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Leonardo cerca una connessione decente…

Si chiama Leonardo la persona che ha ispirato il primo racconto di Faccialibro Tales. Voglio aprire con lui perchè l’idea di questo blog nasce proprio da un suo stato pubblicato su Facebook un pò di tempo fa. Accanto al suo nome e cognome c’era scritto: “Leonardo cerca una connessione decente…con l’esistenza”. Ho letto ed immaginato. E questo post è il risultato dei miei pensieri, ovviamente frutto della fantasia, ripensando a Leonardo e a ciò che aveva scritto. Buona lettura,

Simona

1971 FENDER TELECASTER da vintageguitarz.

Erano ore che Leonardo cercava una connessione decente. Davanti al suo MAC appena comprato e con i tre cellulari buttati alla rinfusa sulla scrivania, meditava come poterla trovare. Skype si illuminava di messaggi ai quali non avrebbe risposto e le righe orizzontali del suo maglione gli aprivano vie infinite di tormenti. Dette un’occhiata fugace alla sua chitarra, una Fender Telecaster del 75 appoggiata sulle lenzuola del letto disfatto. Gli aveva fatto compagnia durante una notte nella quale non era stato buono a chiudere occhio ma proprio quella stessa notte era riuscito a partorire il suo pezzo migliore. Ancora non aveva deciso come l’avrebbe chiamato e quella ricerca del titolo, l’aveva reso un po’ inquieto. Sorseggiava qualche goccio di prosecco svanito, rimasuglio di qualche sera prima, dopo una serata di baldoria con gli amici. Scese giù veloce dalla gola e calò diretto nello stomaco, depositandosi sul fondo. Sentì uno strano senso di vuoto e l’eco degli accordi rimpastati qualche ora prima, mentre con il plettro animava suoni scordati. Guardò la sua immagine riflessa nel mega schermo del Mac e notò che i capelli avevano risentito nuovamente dell’umidità, increspati e inviperiti come serpi sulla testa di Medusa. Così provò a stirare i due ciuffi che gli ricadevano sugli occhi, tirandoli con il pollice e l’indice uniti. Della connessione invece neppure l’ombra. Ancora troppo rallentata. A volte sembrava che fosse riuscito quasi a ripristinarla ma quando provava a collegarsi ecco che crollava nuovamente. Così decise semplicemente di aspettare, afferrò una matita, prese il primo foglio bianco a portata di mano e buttò giù qualche fumetto per ingannare il tempo. Giocò con le linee e i contorni, riempì di nero qualche spazio e sfregò di lato la matita per i chiaroscuri. Le note nella sua testa, però, risultavano ancora troppo indecise. La connessione era stata perfetta tutta la notte, ma quella mattina l’aveva proprio dannatamente abbandonato. Inspiegabilmente abbandonato. Era stata pressochè perfetta mentre suonava e la sua voce l’aveva sentita micidiale, uscire profonda e disperdersi in armonia con le pareti della stanza. In quella notte il suo mondo era lì. Tra il pc, i muri intrisi di pensieri, la sua Fender e qualche parola che si era data una stretta di mano con la musica. Non avrebbe desiderato altro. E si era sentito Dio. Ma quella fottuta mattina aveva perso di nuovo la connessione. “Riuscirò mai a trovarla, a mantenerla costante, equilibrata?” – si chiese mentre sentiva l’inquietudine infilarsi alle pareti delle sue interiora. E mise di nuovo mano al computer alla ricerca della sua connessione decente…con l’esistenza.

Il Leonardo del racconto vi ha incuriosito? Andate a scoprire quello vero!