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Gli apprendisti stregoni del web 2.0…


Si parla sempre più di social network o di social media. E’ innegabile. Non è solo una questione di moda, ma il segno tangibile di un reale cambiamento nella comunicazione, nel marketing, nella politica e, naturalmente, nel giornalismo. Una vera e propria rivoluzione antropologica, un aggiornamento dei linguaggi, un modo diverso per partecipare alla costruzione di una nuova “intelligenza collettiva”. Un’occasione da non mancare.

Tutto giusto, tutto vero. Il problema, però, è che spesso gli  “azzeccagarbugli” e gli “apprendisti stregoni” del web 2.0 dimenticano un aspetto fondamentale della questione: la centralità dei contenuti e l’importanza di avere qualcosa da dire. Sapendolo dire, soprattutto. E sapendo poi sviluppare questa nuova e fondamentale dimensione all’interno di una comunicazione più articolata, multicanale e integrata.

Purtroppo invece, come afferma Andrew Keen, uno dei massimi critici contemporanei della rete,  è facile imbattersi – tra utenti e (falsi) professionisti - in quello che lui ha brillantemente definito il “moderno narcisismo digitale” in un quadro generale dominato da un dilagante “dilettantismo”.

Sospesi tra autocompiacimento, egocentrismo e “selfpromotion“, la rete pullula di internauti, guru e presunti “opinion leader” pronti ad alimentare il “calderone web”; rapidi quanto incostanti nel dar vita a complesse “social media strategy” che si risolvono poi nell’apertura di profili e pagine facebook presto abbandonati oppure nell’autoconvincimento che l’unica parola chiave sia sempre e soltanto “viralizzare”.

Peccato che il successo di un sito, di un portale e, più in generale, di una strategia di comunicazione non sia solo riconducibile al “cazzeggio”, ma (anche e soprattutto) ad ore ed ore di lavoro sulla definizione dei contenuti, degli obiettivi editoriali, dell’agenda-setting e così via…dettagli?

Siamo tutti lavoratori 2.0. Però anche in questo mondo esistono due categorie tremendamente analogiche: chi lavora bene e chi lavora male. E a quest’ultimi mi viene spontaneo dire nel gioco perverso del citazionismo tanto amato da certi cultori del web: “Siete solo chiacchiere e distintivo, chiacchiere e distintivo…”.

12 Risposte a “Gli apprendisti stregoni del web 2.0…”


  1. 1 Roberta Ristori

    Ottimo post! Lettura consigliata a tutti quelli che vogliono evitare il ridicolo di diventare un apprendista stregoni del web 2.0 in più!

  2. 2 Gianni Lombardi

    Mi permetto di eccepire sull’ultima metafora. Messe così, quelle di “chi lavora bene e chi lavora male” sono categorie binarie e quindi digitali: bene, male; sì, no; 1, 0. :-)

  3. 3 notedigitali

    In effetti, Gianni, da un lato hai ragione. Utilizzavo la metafora dell’analogico più che altro per rimarcare una dimensione più reale, diciamo così “vintage”…:-)

  4. 4 Monica Pisciella - Wineup

    Post magistrale, da incorniciare.
    Chiunque voglia scrivere dovrebbe prima leggerlo almeno una volta.

    Un caro saluto

  5. 5 notedigitali

    Grazie, Monica…

  6. 6 raffa

    perfetto concordo al 100%% :-)

  7. 7 Cinazza

    A me vengono in mente tutti quelli che hanno sempre fatto altro nella vita e ultimamente spuntano come funghi “ho iniziato a fare consulenza per la strategia sui social media del negozio/società XY: mi insegni a usare Twitter?”, o ancora “quanto devo chiedere per gestire una pagina Facebook? Ah, a proposito, come si apre?”. Situazione drammatica.

  8. 8 Le vin parfait

    Assolutamente d’accordo, il fatto che cambi il medium, e che il medium sia talvolta il messaggio, non implica che il contenuto debba sparire, o snellirsi… ci sono marche che lo hanno comunque capito molto bene, e associano strategia social a una grande pregnanza di contenuto, ad uno story telling interessante ed emozionalmente convincente ;)
    e comunque si… tante chiacchiere e distintivo ci son ;)

  9. 9 Dea

    Funny,
    as the old guard stands and watches and wrings their collective hands…some of us are getting the work done.
    While I agree that having a traditional marketing background is helpful, there are no social media well established experts, the medium is too new. There are folks that were early adopters and who through practice, study and hard work have established a knowledge base and there are folks who scoff at everything and call this maelstorm just a gust of wind. We shall see. Dea

  10. 10 Anna Lombardini

    Concordo in toto. L’aspetto fondamentale della questione è la centralita’ dei contenuti e l’avere qualcosa da dire. Aggiungerei: un piano editoriale e le competenze tecniche (e grammaticali).

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