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Archivio per Novembre, 2011

4 novembre: disastri di ieri e di oggi


4 novembre 1966-4 novembre 2011. Mentre Firenze ricorda con le consuete celebrazioni il dramma che visse 45 anni fa, con il problema ancora non del tutto superato della persistente pericolosità dell’Arno, nella stessa data in una cinica ricorrenza un’altra città italiana  – Genova - sta vivendo ore drammatiche. Un triste “revival” che mi ha profondamente colpito e amareggiato.

Sono passati solo pochi giorni, infatti, dal disastro delle Cinque Terre e della Lunigiana e ancora oggi ci ritroviamo a fare la conta dei morti e delle vittime. Quasi fossimo chiamati ad un appuntamento quotidiano con la tragedia, annunciata dai bollettini meteo e subita come se fosse inevitabile.

Ma è proprio questo il momento in cui non bisogna cadere nella fatalità. La situazione è chiara. Le norme ambientali in Italia non sono largamente rispettate. Molti comuni – non solo al sud come dimostrano gli ultimi fatti – non sono assolutamente in regola.

Questo è un Paese in cui si ragiona soltanto sulle grandi opere, dal Ponte di Messina ai trafori che fanno a fette la nostra penisola e la sua identità paesaggistica. Questo è il Paese delle costruzioni abusive e dei condoni.

Il vero obiettivo di una politica vicina alla salute dei cittadini dovrebbe invece essere un altro: proteggere e tutelare il territorio, investire sulla sicurezza, rispettare l’ambiente. E invece siamo qui a rincorrere i facili guadagni delle ricostruzioni: la vicenda de L’Aquila e di quegli ignobili imprenditori affamati di appalti lo dimostra senza falsi pudori. Siamo qui a puntare tutto sul tavolo del “business dei cataclismi“.

Del resto prevenire è più difficile, complesso, faticoso. Costruire regolarmente nel rispetto di tutte le norme è impresa ostica per chi ha fretta di fare profitto. In un Paese in cui la legislazione di emergenza post-disastro rende più semplice edificare e innalzare palazzi di cartapesta sull’acqua, non resta che contare le vittime. Gli interessi economici sono ancora una volta più forti.