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La sottile “Linea gotica” tra fascismo e antifascismo…

 


La proposta di legge di abolire la XII norma transitoria  e finale della Costituzione che vieta  la “riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto Partito fascista”, depositata al Senato (anche dal parlamentare fiorentino Totaro che ora pare abbia ritirato la firma), mi ha lasciato davvero perplesso. Non tanto per gli aspetti tecnici e legislativi, né per le eventuali implicazioni materiali, ma per la valenza altamente simbolica racchiusa in un’azione che appare veramente fuori luogo.

Fuori luogo perché prova a minare alle radici uno dei fondamenti cardine della nostra Repubblica: la sua natura antifascista. Preoccupante perché alimenta ancora una volta un approccio revisionista alla nostra storia, secondo un ragionamento politico che negli ultimi anni ha assunto connotati sempre più forti, ambigui e pervasivi.

Il fascismo – così storicamente come noi lo abbiamo conosciuto (e l’Italia è il Paese che l’ha “inventato” ed “esportato”, dalla Spagna alla Germania) – non esiste più. Questo è vero. Ciò non toglie che possa ripresentarsi in forme e modalità differenti, pur conservando la sua essenza anti-democratica. Ecco perché occorre, anche simbolicamente, mantenere alta la guardia e la chiarezza delle posizioni.

La chiarezza delle posizioni, appunto. Quella che ci porta a dire che il 25 Aprile è la Festa della Liberazione dal fascismo e da tutte le dittature. Che i morti potranno essere anche tutti uguali (nel rispetto e nel silenzio), ma non le idee o gli ideali per cui sono morti. Che il fascismo era un sistema liberticida ed esecrabile ancora prima della promulgazione delle leggi razziali e dell’entrata in guerra dell’Italia. Che tra chi ha scelto la Repubblica di Salò e chi invece la montagna e la lotta partigiana non c’è una differenza riconducibile solo alla dimensione dell’”errore” o a quella retorica del presunto amore per la Patria offesa.

Come scrive Michele Serra: “L’antifascismo, anche anagraficamente, è più giovane del fascismo. E questo fa sperare che l’onda revisionista, prima o poi, appaia perfino a chi la solleva ben più logora, e meno dinamica, dell’antifascismo“. Speriamo. Ad ognuno il compito di decidere da che parte stare dietro la “Linea gotica”.