giovedì 25 aprile 2024   | intoscana.it
  Il Portale ufficiale della Toscana
  .  
.

 

Archivio tag per 'treni'

Prendo il treno da un villaggio di frontiera…


Ogni mattina da una piccola stazione di provincia, quella di Incisa in Val d’Arno, prendo il treno per raggiungere Firenze, dove lavoro. Come migliaia e migliaia di pendolari nella nostra regione, spesso vittime di ritardi e disservizi.

Una stazione di passaggio, periferica, sostanzialmente “morta”, senza uno sportello aperto per comprare i biglietti e priva della minima traccia di presenza umana (intendo dire un capostazione, una qualsiasi figura professionale delle Ferrovie dello Stato), a parte le persone in attesa lungo i binari. I treni regionali passano, si fermano per pochi minuti e ripartono accompagnati da una voce metallica e registrata che ricorda agli utenti orari, arrivi e destinazioni. Lontano –  su altri percorsi esclusivi e su una rete ferroviaria che collega solo i grandi centri urbani –  sfreccia invece l’Alta Velocità, elemento di modernizzazione che rende ancora più forte il contrasto tra una certa Italia e quella della piccola e ordinaria quotidianità. 

Incisa – come tante altre – è una tipica stazione a un passo dalla soppressione, il risultato di qualche “razionalizzazione” o operazione “per l’abbattimento dei costi” da parte di Ferrovie dello Stato. I biglietti? Li puoi fare solo alla macchinetta automatica. Pazienza se (a volte) non funziona o  se ti trovi di fretta con il treno in arrivo oppure senza pezzi piccoli tra monete e banconote da inserire in quello che di fatto costituisce un simbolo concreto di un’automazione che ha spazzato via il lavoro umano, soprattutto nelle piccole cose.  Sul treno puoi “tranquillamente”  rimediare al mancato acquisto del biglietto, basta pagare 5 euro in più: una sovratassa insopportabile se pensiamo poi alla qualità e al confort dei nostri vagoni.

Non so perchè, ma quando mi trovo tra questi binari, in attesa, spesso accompagnato da poche persone che sto imparando nel tempo a riconoscere, nel silenzio e nel freddo della campagna, in uno scenario immobile e decadente, mi viene alla mente una voce vibrante, quella di Alice, e una canzone di rara bellezza: “I treni di Tozeur”. Forse perchè, tra sogno e realtà, mi sembra di essere anch’io in un villaggio di frontiera da cui tutto può partire…