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A Pisa di scena il futuro con l’”Internet Festival”


Non poteva che essere Pisa ad ospitare dal 4 al 7 ottobre l”Internet Festival”, la città simbolo dell’informatica italiana. E’ qui che nacque, infatti, più di 50 anni fa il primo calcolatore e nel 1969 il primo corso di laurea in informatica d’Italia. Ed è sempre da qui che nel 1986 partì la prima connessione ad internet, allora chiamata “Arpanet”, ma ancora limitata a ricercatori e addetti ai lavori. Nella città della torre pendente poi ha sede l’istituto di Informatica e Telematica del Cnr, che gestisce tra l’altro il registro di tutti i domini web con suffisso.it, e fioriscono sulle rive dell’Arno decine di start up e imprese ICT, spesso leader di settore.

Attesi, quindi, quattro giorni di incontri ed eventi dedicati al futuro della rete. Tanti i partner coinvolti – Provincia, Comune, Camera di Commercio e Ateneo di Pisa insieme al Cnr, alla Scuola Superiore di Sant’Anna, alla Normale e alla Festival della Scienza – in una manifestazione che vede il coordinamento organizzativo di Fondazione Sistema Toscana e il sostegno della Regione.

Una rivoluzione digitale che ha una lunga storia (uno dei visi-simbolo del Festival è Galileo Galilei) e che sarà sviscerata in tutte le sue sfaccettature culturali, scientifiche, economiche e sociali in un programma che vede oltre cento eventi, 200 relatori, 12 location diffuse, ma anche mostre, installazioni, workshop e concerti. Il nostro portale – www.intoscana.it - trasmetterà in streaming gli appuntamenti principali e la redazione racconterà con servizi e interviste una kermesse che si annuncia ricca ed intensa.

Tre le aree tematiche della manifestazione: internet per i cittadini, per le imprese e per i media (rispettivamente Internet for Citizens, Internet for Makers, Internet for Tellers) in un contesto generale che proverà ad unire conoscenza, eccellenze accademiche e partecipazione.

Con l’obiettivo, centrale in questa fase storica, di dare delle risposte efficaci alla difficile congiuntura economica in corso. A partire dalle idee e dall’innovazione. Basti pensare che il ritardo nello sviluppo digitale costa all’Italia tra l’1 e l’1,5% del Pil. Senza infrastrutture a banda ultra-larga i sistemi economici avanzati finiscono su binari morti, non trovano più sbocchi evolutivi, si perdono nella stagnazione. Dalle sponde dell’Arno e sotto la torre di Pisa, la Toscana - già protagonista della campagna di opinione e comunicazione “Internet bene comune” – prova a lanciare la sua rivoluzione digitale “made in Italy” e a delineare una sua “exit-strategy” contro la crisi.

Quel museo che ti riporta alla bellezza dell’essere umano…


Nei giorni scorsi per motivi di lavoro ho visitato il Museo di storia della scienza di Firenze, nel cuore del centro storico, adagiato sull’Arno a due passi dagli Uffizi.

Un luogo di rara bellezza e suggestione, oggetto di un ambizioso restyling che porterà a giugno alla nascità di un spazio museale profondamente rinnovato nel segno di Galileo Galilei. Un altare alla cultura scientifica, quasi un “tempio” – di una religiosità laica del sapere, libera e fertile - a cui rivolgersi con solenne rispetto, ma anche con la voglia di viverlo pienamente per tutto quello che può offrire: 5 secoli di storia di collezionismo scientifico

Tra le vetrine ancora vuote del futuro allestimento, con i primi “tesori” collocati nelle varie sale presto aperte al pubblico, sotto la guida esperta del direttore Paolo Galluzzi - grande affabulatore e tra i massimi esperti della vita e delle opere dello scienziato pisano - ho avvertito con forza tutto il valore di un percorso storico intriso di civiltà, razionalità e rigore. Ma anche di passione creativa e anelito all’infinito.

Mi sono affacciato da una finestra del museo: ho visto l’Arno. Fuori Firenze, l’arte, la cultura, l’estetica rinascimentale di una città unica al mondo. Dentro il conforto  e la certezza della forza vincente e “visionaria” del pensiero razionale sulla barbarie, il dogmatismo, il conformismo e la censura.

Mi sono rincuorato, per un attimo rasserenato: l’essere umano può essere anche questo – mi sono detto – può innalzarsi fino a tanto, con il cuore e con la mente. Può scoprire, immaginare o inventare mondi (im)possibili, come l’”ottico” di De Andrè. Peccato che spesso lo dimentichiamo.