lunedì 29 aprile 2024   | intoscana.it
  Il Portale ufficiale della Toscana
  .  
.

 



Armi di narrazione di massa…


Li immagino seduti attorno al Principe, convocati d’urgenza per risolvere il caso-Ruby. Preoccupati, desiderosi di trovare una soluzione al problema, ansiosi di destrutturare la realtà per trasformare tutto in fiction, diluendo l’evidenza dei fatti nel chiacchiericcio televisivo e nella confusione semantica.

Giornalisti, comunicatori, esperti di pubbliche relazioni e protagonisti del circo mediatico – razza “maledetta” a cui anche io appartengo – sono tutti scesi in campo in una chiamata alle armi che sa di scontro finale: che cosa possiamo fare? Come ideare una nuova narrazione degli eventi a favore del sultano?

Ma sì, dai, è facile. Solita ricetta: rovesciamento dei valori, svuotamento di senso delle parole, costruzione di una nuova personalità della protagonista, introduzione a tavolino di elementi magistralmente pensati per accattivarsi pietisimi e consensi. Trovato il “contenitore” – la trasmissione di Signorini, “Kalispera” – l’operazione di restyling antropologico appare fin troppo chiara.

Siamo di fronte ad un personaggio eticamente discutibile? No, è una vittima che ha sofferto per violenze passate, familiari. E’ una donna sessualmente generosa che può turbare l’immaginario cattolico? Figurati, addirittura ha avuto la forza di cambiare religione e fede, abbandonando l’Islam per abbracciare il cattolicesimo. Che coraggio. Ha vissuto una esistenza “border-line”? No, soltanto “una doppia vita” più mentale che reale in cui ha prevalso una consapevolezza che ci libera dal dubbio: “puttane si nasce, non si diventa”.

E naturalmente, alla fine, il colpo di teatro rassicurante per le coscienze che non amano le pruderie: un nuovo amore, quello che la porterà all’altare. Ultimo tassello di una sceneggiatura pensata in vitro, ad uso e consumo del tubo catodico.

Non siamo più di fronte – al termine dell’intervista di Signorini – alla lolita “Ruby”. Ora davanti a noi c’è soltanto Karima El Mahroug sulla quale la normalizzazione della nuova storia ha agito disinnescandone la cifra esplosiva. E pazienza se ci sono intercettazioni e dati oggettivi, dubbi e preoccupazioni: “vanno contestualizzati”, le carte non contano, prevale il potere immaginifico della parola priva di riscontri.

Il contro-racconto mediatico scorre su un binario diverso da quello della meccanica degli eventi. I “fattoidi” – realtà dubbie o falsamente verificate- sostituiscono i fatti. La reiterazione della nuova narrazione, nella serialità televisiva, cancella il peccato originale. Santi e puttane, verità e bugie, bene e male, pubblico e privato. Alla fine è solo una grande marmellata dal fetore nauseabondo che copre d’incanto l’odore di marcio.

2 Risposte a “Armi di narrazione di massa…”


  1. 1 marco

    Bravo! Hai proprio colpito nel segno! Non potendo smentire i fatti, che nella sostanza appaiono già piuttosto chiari (pur nel rispetto di quanto dovrà ancora essere fatto nel processo penale) l’Imputato ricorre ai suoi (potentissimi) mezzi: danaro, potere, e soprattutto mezzi di comunicazione. Riuscirà il nostro uomo a far prevalere la verità virtuale su quella reale? Orwell aveva già previsto tutto…però speriamo che la conclusione sia diversa da quella da lui profetizzata in “1984″…

  2. 2 Mario

    Si tratta di una lotta furibonda, ai limiti dello spacco delle Istituzioni.. Se prevale il “velo di Maya” dell’obnubilamento della verità , il nostro UOMO DELLA PROVVIDENZA potrà  in seguito pulirsi il culo sporco non solo con il Tricolore come Bossi ma direttamente con la Carta Costituzionale.. Sarà  DITTATURA per l’Italia. Allora, in contrapposizione a questo “evento” funesto, benché supportato dalla tempesta di fuoco di un’artiglieria mediatica sofisticata almeno quanto oscena e corrotta, deve sollevarsi INCAZZATA la RESISTENZA DEMOCRATICA non solo delle Istituzioni Repubblicane (Magistratura in primo luogo) e di tutti i cittadini mentalmente sani consapevoli onesti,di qualsiasi credo politico, ma anche e soprattutto la contraerea organizzata degli organi di informazione, vocati professionalmente con impegno civile a (in)formare la pubblica opinione con la presentazione rigorosa dei FATTI e il loro intelligente libero commento. Non solo un Santoro, un Travaglio, un Saviano..ma ad ogni livello tutti gli operatori massmediatici che non vogliono diventare marionette del PADRONE ma difendere la propria dignità umana e culturale e – mi si consenta (!) con un filo di buona retorica – tutelare in questo 150° Anniversario anche il futuro della nostra Patria.

Lascia una risposta